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     Foggia e provincia : Segnalazioni culturali da Teresa Rauzino






 

 

Laboratorio Storico/ITCG Mauro del Giudice di Rodi

La Pasqua

ed i riti vichesi

 

di Tommaso Firma

 testimonianza raccolta da

Nicola Migliozzi

Cristo � risorto! Alleluia!

Ges�, offrendosi liberamente alla Sua passione, per il prestabilito disegno e la prescienza di Dio, ha redento il genere umano�I discendenti di Adamo ed Eva, che avevano disobbedito al Creatore, mangiando il frutto dell�albero della vita e della conoscenza del bene e del male, con il battesimo istituito da Ges� ed il Suo sangue versato dalla croce sono stati e vengono purificati e riscattati dal peccato.

�L�agnello di Dio che toglie i peccati del mondo�� ritornato al Padre-Creatore�

La pasqua, che presso gli Ebrei rappresentava la massima solennit� per la loro liberazione dalla schiavit� dell�Egitto, per i Cristiani costituisce invece la massima solennit� dell�anno liturgico relativamente a: funzioni religiose, culto e riti rievocando con cerimonie e ricordando a tutti che: Dio ha risuscitato Suo figlio sciogliendolo dalle angosce della morte; la vita ha vinto la morte ed il disfacimento della carne; lo spirito ha trionfato sulla materia; Cristo con la Sua morte ha vinto anche la nostra; le numerose profezie di ispirazione divina raccolte nell�Antico Testamento da Isaia a Daniele si sono avverate�

La pasqua per i cristiani costituisce quindi le due facce del mistero di Ges�: quale essere umano e spirito divino; quale vittima per la redenzione dal peccato ed il dono della vita eterna.

Dopo una vita di: insegnamenti, prediche , segni, miracoli e prodigi di ogni genere operati tra gli uomini, Ges� entr� trionfalmente in Gerusalemme al grido degli osanna, ma i Suoi nemici, non sapendo che era in effetti il Cristo, figlio di Dio, preannunziato dai profeti, Lo accusarono di bestemmia, per cui scribi e farisei, capeggiati da Caifa, sommo pontefice, Lo imprigionarono, Lo dichiararono reo di morte, e lo consegnarono a Pilato che, quale console Romano della regione aveva il potere di vita e di morte sui suoi sudditi. Egli per�, non avendo trovato motivi di condanna, se ne lav� le mani, non assumendo quindi in proprio con quell�atto alcuna responsabilit�, e Lo riconsegn� ai Giudei. Costoro Lo schernirono come un comune malfattore, Lo flagellarono crudelmente alla colonna, Lo coronarono di spine, Gli caricarono la croce sulle spalle e Lo crocifissero monte �Cranio� detto anche �Calvario�, ove il Cristo esal� l�ultimo respiro sotto gli occhi di Sua madre Maria, per poi risuscitare dopo tre giorni.

Accennato al significato della Pasqua, i riti e le funzioni religiose praticati a Vico e di seguito riportati, a memoria del nonno, risalgono a decenni e decenni orsono, fin quando cio� nel pio e timorato popolo di Dio non sono subentrate idee di materialismo, di consumismo, di sfrenati divertimenti e con esse deprecabili vizi e distorte deviazioni anche teologiche.

La Via Crucis

La funzione della �Via Crucis�, praticata in tutte le chiese dal primo all�ultimo venerd� della Quaresima e che rappresenta le varie fasi della passione di Cristo dall�agonia e sudore di sangue nell�orto di Getsemani alla crocifissione sul monte �Cranio�, veniva frequentata non solo dai componenti le confraternite ma anche da numerosi fedeli dei rioni, e specialmente da un enorme quantit� di adolescenti muniti di: �raganelle� pi� o meno grandi ed a una o a pi� ruote, oppure di �battole�, chiamate dialettalmente �traccole�, costituite da tavolette di legno con manico per l�impugnatura e con maniglie di ferro disposte in senso opposto nelle due superfici, le quali, agitandole pi� o meno velocemente producevano un enorme fracasso. Questo, chiamato �u scopp�, al quale concorrevano i �fratelli� battendo le mani e pestando i piedi contro il legno del coro, era determinato dalla conclusione della funzione, quando cio� il sacerdote pronunziava la frase: �Tutto � compiuto! E Cristo, chinando il capo, spir� e simboleggiava il violento terremoto verificatosi, secondo tradizione cristiana, all�atto in cui Cristo spir� sulla croce. Sia le raganelle che le battole venivano confezionate da apprendisti falegnami per essere vendute a due, tre, quattro soldi a seconda della grandezza, del legno usato e della rumorosit� prodotta.

La settena

Dal dopoguerra la funzione della Via Crucis fu spostata dal venerd� alla domenica pomeriggio per dar modo ai contadini di poterla frequentare. A tale funzione seguiva la �settena� celebrata nella chiesa del Purgatorio, e che cominciava il venerd� antecedente la pasqua e per sette giorni venivano rievocati i sette dolori della Vergine Maria. Questi in effetti costituivano le varie fasi della passione di Cristo ad iniziare dalle predizioni del vecchio Simeone e della profetessa Anna, presenti alla presentazione di Ges� bambino al tempio di Gerusalemme ed alla purificazione di Maria santissima in ossequio alla legge all�epoca esistente, fino alla sepoltura del Cristo morto. Essa �settena� era recitata dal sacerdote ed i salmi, detti anche lamentazioni, venivano accompagnati dal canto appropriato dei confratelli, composto dal maestro-musicista Bonomi.

Le Palme

Ad interromperla era �la domenica delle palme�, cio� la processione che il sacerdote di ogni parrocchia faceva nei limiti della propria circoscrizione dopo la benedizione dei ramoscelli di ulivo, simbolo di pace e di benessere. Dopo la processione essi ramoscelli venivano portati come reliquie ed in devozione sia nelle case che nelle campagne, le cui foglie alle volte, quando infuriavano impetuosi e paurosi temporali, venivano lanciate dalle finestre o dalle porte di casa per sedare la furia delle tempeste che in altri tempi si abbattevano anche su Vico.

 

 

La settimana santa

Dal luned� santo ferveva un�attivit� insolita nei fedeli di tutte le chiese per preparare ed allestire, a gara, il sepolcro che doveva essere il pi� bello, il pi� ricco di fiori e di ceri, il pi� degno di accogliere l�Ostia Divina.

Secondo quanto tramandato con i quattro vangeli dei discepoli di Ges�, nel gioved� fu consumata l�ultima cena, in base alla quale furono istituiti l�Eucarestia (�questo il mio corpo offerto in sacrificio per voi�) ed il sacerdozio (�fate questo in memoria di me�).

Durante la messa celebrata con la partecipazione di numerosi fedeli e la loro comunione (�almeno una volta all�anno�)venivano consumate tutte le particole gi� consacrate e l�Ostia Divina era deposta nell�urna dei sepolcri delle varie chiese in adorazione dei credenti, per cui l�intera serata e la nottata erano dedicate alla visita dei vari sepolcri, al raccoglimento ed alla meditazione del mistero della Croce.

A sera inoltrata a rendere vivo ed efficace il mistero della morte materiale di Cristo presso la chiesa matrice veniva celebrato da dotti sacerdoti il cos� detto �pianto della Madonna� consistente nell�esposizione del dolore lacerante della madre di Ges�, vera e viva espressione di donna e di madre ai piedi della croce; pianto che induceva anche i pi� renitenti e reprobi alla riflessione dell�intero mistero del cristianesimo ed alla considerazione dello strazio immane di una madre, che non solo aveva assistito all�agonia del figliuolo in croce, ma che riceveva fra le proprie braccia il suo corpo esanime.

Nelle altre chiese invece i confratelli recitavano, in latino, i cos� detti �uffici delle tenebre� che rappresentavano le varie fasi della passione di Cristo e definiti tali perch� scritti dai primi cristiani, all�oscurit�, nelle catacombe, ove si riunivano per pregare e per sfuggire alle persecuzioni degli imperatori romani che interpretavano rivoluzionarie le idee del cristianesimo.

A caratterizzare, a singolarizzare ed a concretizzare da tempi immemorabili tutto il periodo pasquale vichese era, ed � per fortuna rimasto il venerd� santo, nel quale si svolgevano: al mattino, la processione detta �delle Madonne�; �la messa pazza�recitata in tutte le chiese dal sacerdote con la lettura delle varie fasi della passione di Cristo ed �il bacio della croce�; �le tre ore di agonia� fatte in tutte le chiese ad eccezione di quella del Purgatorio; la processione detta �del calvario� del tardo pomeriggio.

Nel 1947, e cio� subito dopo la seconda guerra mondiale, l�arcivescovo   della diocesi di Manfredonia, dalla quale dipende anche Vico, assumendo che trattavasi di riti paganici ed idolatri, ebbe a proibire le due processioni.L�effetto per� fu contrario in quanto tutto il popolo, non solo insorse compatto sprezzando proibizione e minacce vescovili, ma concorse pi� numerose ad entrambe.Infatti al mattino verso le ore sette e trenta, come di consueto, i componenti le cinque confraternite sopravvissute, vestiti con i loro tradizionali camice e fazzoletto bianco sulla testa, sorretto questo da una corona munita di spine solo all�esterno, e con mantelline e cinture diverse per la distinzione ed individuazione dell�appartenenza, presero nelle rispettive chiese una croce, il Cristo morto e la Madonna vestita in gramaglie ed effettuarono ugualmente entrambe le tradizionali processioni senza il concorso di alcun sacerdote.

Tali processioni venivano, e sono fatte, dalle congregazioni al melodioso canto del �Miserere mei, Deus��, in latino, percorrendo tutte le strade del paese ove sono ubicate le varie chiese, compresa quella del convento dei Cappuccini, in omaggio a Ges� esposto nel sepolcro, con il concorso dell�itera popolazione vestita a festa e con monili pregiati.Nel primo pomeriggio, verso le ore quindici, nella chiesa del Purgatorio si svolgevano le �tre ore di agonia� con le quali si rievocavano le parole di Ges� pronunziate durante l�agonia.Tale funzione induceva i fedeli: ad un profondo esame di coscienza; a considerare l�ultima lotta della vita con il progressivo affievolimento delle funzioni vitali; il �ricordati uomo che sei polvere ed in polvere ritornerai�.

Nel tardo pomeriggio dello stesso venerd� le cinque confraternite con la sola bara recante il Cristo morto della chiesa di san Giuseppe, fedelissima immagine lignea di un vero uomo morto, e la Madonna Addolorata della chiesa Madre procedevano al rito del Calvario cantando in latino il �Miserere mei, Deus�con la partecipazione dell�arciprete, di  tutti gli altri preti e dell�intera popolazione.Presso il rione �Carmine� vi sono da epoca immemorabile cinque croci, una volta isolate sull�omonima collinetta ed attualmente circondate da case, che rappresentano le cinque piaghe di Ges� crocifisso.Pervenuta la processione in tale localit�, presso ogni croce l�arciprete recitava tre Pater e tre Ave ed intonava i versetti dell�inno:�Io ti adoro, o Santa Croce� al quale canto confratelli e fedeli si associavano composti.Ma alla quinta croce, che simboleggia quella ove fu trovato il Cristo morto, esplodeva un clamoroso e frenetico inno: �Evviva la croce!� sia da parte dei confratelli che della popolazione che numerosa aveva accompagnato la processione, canto che, al ritorno si ripeteva a crocchi di dieci, quindici persone.Essa processione, a piazza Castello, si sdoppiava per cui la bara con il Cristo di San Giuseppe, percorrendo l�omonima strada raggiungeva la sua chiesa, mentre l�Addolorata proseguiva per la breve salita fini alla chiesa Madre.

Relativamente a tale processione stupivano, e stupiscono, due fattori: la recita in latino dell�intero �Miserere�, come fatta per �Gli inni delle tenebre�, da parte dei confratelli completamente analfabeti, che sembravano, e sembrano, quasi invasi dallo Spirito Santo con il potere di esprimersi anche in latino,  nonch� l�esplosione di gioia manifestata con tripudio a modo di ubriachi, al canto a squarcia gola ed a gruppi dell� �Evviva la croce!� Tali fattori rendevano e rendono suggestiva e caratteristica essa processione.

Altra tradizione che esisteva presso i padri cappuccini francescani di Vico, essendo il venerd� giornata di astinenza e digiuno, era il legare i gatti del convento in modo che anch�essi in tale giornata non prendessero topi, e quindi si astenessero dal mangiare carne.Come pure altra prescrizione, all�epoca esistente, era quella che nelle giornate di gioved�, venerd� e sabato , in chiesa, non potesse celebrarsi alcun funerale, per cui il feretro si limitava ad arrivare fino alla soglia della chiesa, ove il sacerdote impartiva la sola benedizione.

Il sabato trascorreva ancora con qualche visita ai sepolcri. A mezzanotte venivano slegate le funi delle campane, legate al gioved� mattino per evitare che durante i tre giorni di morte di Cristo e di raccoglimento assoluto, qualche incosciente, o addirittura qualche gatto, avesse potuto farle suonare.Con il prolungato squillio delle campane, suonate a festa, veniva, e viene annunziata, al terzo giorno dalla morte la resurrezione di Ges�, che, sempre secondo le scritture, non fu abbandonato negli inferi, n� la Sua carne vide corruzione.


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