QUEL
CHE RESTA DEL GARGANO
di
Pietro Annicchiarico
I
garganici - e ve lo dice un garganico - dovrebbero capire che i turisti
non sono idioti. I milanesi non sono dei cretini, come pensano in
diverse localit� del Gargano, e dopo un po' vanno via. Non c'�
convenienza: prezzi alti. Provate a guardare la foto del corsivo: un
tour operator di Vieste chiedeva un euro per sfogliare il catalogo delle
Ferrovie dello Stato e- non sono riuscito a fotografarlo, � stato pi�
lesto di me - vendeva allo stesso prezzo i cataloghi di Franco Rosso.
Con �La Grande Provincia�
scatenammo un putiferio, che come al solito non serve a nulla. A
Peschici un parcheggio costa 3 euro, 5 nel giorno di Sant'Elia, e se
protesti ti rispondono male nella migliore delle ipotesi. Ho visto
turisti trattati male e picchiati - si avete capito bene - per un
nonnulla. Continuiamo cos�. Tanto sul Gargano il turismo � ogni anno di
pi� in ribasso: i nordici preferiscono il Salento e fanno bene. Peccato
per quei pochi operatori e soprattutto per un territorio paradisiaco,
che potrebbe essere una miniera d'oro ma che non viene sfruttato bene. A
Rimini il mare fa schifo, ma qualit� dei servizi e convenienza fanno la
differenza. Sul Gargano questo non accade pi�. (dal forum del GRECALE
intervento di Piero; citt�: Foggia).
Sottoscrivo questa lettera,
non senza amarezza e rabbia per un sud che vorrei diverso.
A Peschici c'� la situazione surreale
dei parcheggi, con il Comune
che non riesce affatto a controllarne la gestione (...).
Per aver chiesto il tariffario e l'autorizzazione a quei parcheggiatori
sbeffeggianti, sono stato minacciato di morte. Ancora adesso ho in mente
la faccia incarognita del "legittimo proprietario" dei parcheggi di
Peschici. Quel giorno si sente magnanimo e anzich� farci pagare 1 euro
all'ora (saremmo arrivati a 15 euro), ci fa pagare solo due euro (uno a
lui e uno al Comune, tutto in nero). Non ho avuto paura perch� sono
abbastanza incosciente per esserlo, ma ho temuto per l'incolumit� della
mia compagna di viaggio e della sua macchina (e della mia videocamera).
Ma non ho voluto cedere alle minacce e ho continuato a rivendicare il
mio diritto di sapere, di essere informato: non esistono cartelli che
descrivono le condizioni di pagamento (tariffario), n� cartellini che
identificano i parcheggiatori e la ricevuta fiscale diventa un miraggio.
Ma la vicenda ha raggiunto l'apice quando mi sono recato alla locale
stazione dei carabinieri, per la prima volta speranzoso in una giustizia
non self-service, come siamo abituati al sud d'Italia. La faccia pulita
e giovane del carabiniere che rimane sulla soglia della caserma, non ci
fa entrare, n� lui esce del tutto, ma rimane l� per tutto il tempo a
sconsigliarmi di denunciare il fatto, poich� sarebbe stato inutile e
anche fastidioso tornare a Peschici d'inverno per il processo, tanto
quelli sono dei delinquenti spregiudicati (parlo dei parcheggiatori
autorizzati dal Comune di Peschici). Il giovane poi, in un momento in
cui eravamo entrambi ormai rassegnati all'ineluttabile, mi ha confessato
di aver chiesto il trasferimento al nord (lui � garganico), perch�
Peschici secondo lui sta sprofondando negli abissi e non merita tutto
quel turismo, che presto potr� dirottarsi su altri lidi se continua a
essere cos� maltrattato. Difatti, penso che questa per me sia stata una
vacanza istruttiva: � esattamente il modello di vacanza da non ripetere
mai pi� e da non consigliare. Le case molto care (50 euro al giorno);
turismo di massa che si affolla nel bel centro storico alla ricerca di
chiss� quale esotismo, dato che gli stessi negozi di artigianato li
trovi in qualsiasi citt� d'Italia e magari a prezzi umani; cani randagi
di grossa taglia decisi a mordere ogni piccolo canino turista (ma forse
erano le presenze pi� simpatiche, anche se inquietanti); spiagge
militarizzate dalla sottocultura arraffona copiata al nord (allora dov'�
la differenza?). Il mio obiettivo in ogni caso era quello di raggiungere
le Isole Tremiti. La prima isola l'abbiamo evitata come la peste (chiss�
cosa avrei da raccontare oggi se avessi visitato questa isola che tutti
dicono commercializzata), e ci siamo recati nell'isola dell'Abbazia. Il
primo impatto con la popolazione locale � stata fredda. Una vecchina che
ci tratta con indifferenza e fastidio (il nostro sorriso si comincia a
spegnere), poi i soldi per entrare nell'ascensore comunale, poi i due
euro per un caff� normale, poi la consumazione al bar se vuoi pisciare
(e non esistono bagni pubblici), poi i ratti che fanno concorrenza ai
gatti rispetto alla mole, poi le vipere dietro l'abbazia degradata e
abbandonata. Decidiamo di tornarcene, sconsolati. Ci invitano a visitare
le grotte con la barca a motore: una ressa per imbarcarsi e nessuno che
sapeva a quale imbarcazione corrispondesse il biglietto che avevamo in
mano. Bravissimi i locali a rifilarti i biglietti, ma poi spariscono
quando c'� da imbarcarsi. Per esorcizzare la rabbia, ridevo
istericamente immaginando il trasferimento in un soggetto filmico di
questa situazione. Infine il giro in acqua. Per fortuna la zona era
occupata da un'altra barca, altrimenti avremmo dovuto sorbirci la visita
alla statua affogata dell'onnipresente Padre Pio (a quando il gelato con
il nome del Santo?), ma non riusciamo a fare a meno di visitare le
grotte alla velocit� della luce (due o tre minuti di sosta per ogni
meravigliosa grotta). Ho rinunciato all'idea di tornare a casa
rilassato, con delle belle immagini nella testa, ma il mio obiettivo �
di giungervi almeno sano e salvo. Poco prima dell'alba, col terrore dei
parcheggiatori killer, della squadra dei cani randagi, partiamo verso
terre il pi� lontano possibile.
Ps: ma il presepe
caratteristico, segnalato ovunque con cartelli enormi, non vi sembra
improbabile e ridicolo?
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