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     Foggia e provincia : Segnalazioni culturali da Teresa Rauzino






 

 

Appello di BENGODI "Mostrate Pazienza!"

 

La mostra su Andrea Pazienza, nella notte bianca del 17 settembre, ha visto affluire al Vittoriano, nonostante il diluvio su Roma, ben diecimila persone, in fila fino all'alba per ammirare le spendide "visioni" di PAZ.
E' stato "l'evento" artistico della notte bianca.
Gli amici di BENGODI hanno appena lanciato l'appello: "Mostrate Pazienza!" per sollecitare le istituzioni foggiane a chiedere agli organizzatori  (Comune di Roma, Vincenzo Mollica e Mariella Pazienza) di allestire anche a Foggia quella che è stata definita "la mostra più completa mai realizzata su PAZ".
Le sedi foggiane più adatte potrebbero essere la "Galleria d'arte moderna e contemporanea" di Palazzo Dogana o il Palazzetto dell'Arte. Sono le sedi senza dubbio più prestigiose per ospitare le opere del "grande" Andrea Pazienza, e per farle conoscere finalmente anche ai giovani di Capitanata.
Per aderire all'appello "MOSTRATE PAZIENZA!" lanciato da Bengodi, bisogna inviare una e-mail a :
[email protected]
specificando nome, cognome, professione e città.

L'appello e le adesioni sono pubblicate sul sito: www.benfoggianius.org
 
 
 
APPELLO
 
Mostrate Pazienza!
29/09/2005, 12:09
categoria: Nius

di Sandro Simone

La notte bianca di Roma ha inaugurato la mostra più completa mai realizzata su Andrea Pazienza, celebre fumettista dalle origini sanseveresi, prematuramente scomparso nel 1988 a soli trentadue anni, dotato di un'ironia sottile, un gusto spietato della satira, acuto, malinconico, mai banale.
Andrea Pazienza è stato tra i fondatori delle riviste Il Male e Frigidaire, ha collaborate con Satyricon supplemento de La Repubblica, a Tango supplemento de l'Unità, Corto Maltese e Comic Art.
Chiediamo che dopo Roma la mostra curata da Vincenzo Mollica e Mariella Pazienza e promossa dal Comune di Roma, approdi a Foggia.
E' importante che, nell'anno in cui avrebbe compiuto 50 anni, l'incredibile arte di Andrea Pazienza venga conosciuta ed esposta a Foggia. Non chiediamo titoli di strade o di piazze, nè lapidi o borse di studio, chiediamo che la città possa finalmente conoscere e approfondire quel figlio del Tavoliere che, partito da San Severo, è approdato nei sogni e nella sensibilità di chi nel suo fumetto ha trovato le mille sfumature delle emozioni.
Vogliamo la Mostra su Andrea Pazienza e la vogliamo subito!
�La pazienza ha un limite, Andrea Pazienza no�.

Per adesioni mandare una mail a:
[email protected]
specificando nome, cognome, professione e città

Primi fimatari:

Sandro Simone, interista, Milano/Foggia
Corrado Rainone, editore, Bergamo/Foggia
RauzinoTeresa Maria, presidente Centro Studi �Martella�, Peschici (FG)
Sergio L.Imperio, bohemienne, Foggia
Stefano Troilo, giornalista, Foggia
Alfonso Di Carlo, impiegato, Milano/San Severo
Annamaria Fiore, impiegata, Foggia
Fausto Parisi, sacerdote, Vineland (USA)
Elisabetta Basile, impiegata, Foggia
Giuseppe di Brisco, gruppo Attac, Foggia
Floriana Manzi, consulente di comunicazione, Foggia
Silvio Pagliara, Ingegnere, Napoli/Foggia
Francesco Saggese, praticante legale, Macerata/Vico del Gargano
Emiliano Moccia, giornalista, operatore sociale, Foggia
Sonia Ficelo, studentessa, Foggia


 

Roberto Benigni ricorda Andrea Pazienza
29/09/2005, 11:09
categoria: Nius

di Sandro Simone

Un ricordo di Roberto Benigni scritto in occasione dell'inaugurazione della mostra di Roma

Andrea Pazienza era l'albero del paradiso. Ci ha fatto intravedere la bellezza e poi ha chiuso tutto, però ci ha lasciato dei frutti proibiti e noi ce li siamo mangiati, li abbiamo assaporati. Ci resta una grande voglia di vedere compiute le storie incompiute, chissà cos'altro ci avrebbe potuto regalare. Andrea era vicino a tutte le età; poteva essere un bambino e un vecchio, una donna e un uomo, un animale o una biro.
Era eclettico ed anche molto bello: aveva la gioia di vivere negli occhi.
Era il capostipite di una grande scuola che non ha avuto poi nessun allievo prediletto perché era inimitabile, un talento irripetibile. Quando usciva un fumetto nuovo di Pazienza era una delle forme della felicità, mentre lo leggevo non volevo essere disturbato da nessuno. Mi colpivano soprattutto
l'uso dei colori e la sperimentazione della forma dell'immagine, il modo in cui creava.

Non c'era mai poeticume nelle sue opere; era sempre duro, ma duro come lo può essere un bambino. Vedeva tutte le cose come le si vedono per la prima volta. Il suo tratto nel disegno era stravagante, un caos rigorosissimo. I suoi testi provenivano dal parlato; era un grande poeta, un linguista vero perché i suoi testi erano frutto di un genio letterario innato. Tutti dicono che era michelangiolesco, ma Andrea Pazienza apparteneva molto di più alla scuola di Giotto e di Masaccio; aveva la forza e la rudezza del Masaccio e l'invenzione di Giotto. Mi piaceva tanto la sua cattiveria e la sua forza;
graffiava e non era mai melenso. Quando c'era il sublime era sempre sorvegliato dal comico. Gli sono attaccato come si è attaccati ad un amico, ci siamo visti tante volte e ci si voleva bene senza mai chiederci il perché, come le cose più belle.
Era una gioia averlo accanto, tra noi eravamo sempre in stagione di fioritura. Con Federico Fellini parlavamo spesso di lui, era uno dei nostri pupilli, uno dei nostri amori, uno dei nostri argomenti preferiti. Fellini infatti lo usò per la locandina de La città delle donne. A me sarebbe piaciuto tantissimo usarlo anche come attore perché era meraviglioso, aveva una faccia straordinaria, mi metteva una grande allegria guardarlo. Era proprio lo spirito fanciullesco dello scugnizzo, dell'intelligenza pura in tutti i sensi. Ma proprio quando il nostro rapporto stava maturando per dare
dei frutti, Andrea è venuto a mancare. Ogni tanto lo penso e qualche volta lo sogno pure; a volte ho sognato con i suoi disegni e i suoi colori.

Roberto Benigni
16 settembre 2005


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