LEO DE BERARDINIS,
MAESTRO DI TEATRI LONTANI
Questo genio del teatro
sperimentale italiano nell�a.s. 1953-54 frequent� la IV E del liceo Lanza
di Teresa Rauzino
Leone
de Berardinis, in arte Leo, nasce a Gioj Cilento (Salerno) il 3 gennaio 1940, ma
cresce a Foggia. Dopo la licenza liceale al "Lanza", nel 1959-1960 frequenta il
CUT (Centro universitario teatrale) di Roma. Nel 1965 inizia un fecondo
sodalizio con Perla Peragallo, sperimentando "La faticosa messinscena
dell'Amleto di Shakespeare" (1967) e "Sir and Lady Macbeth" (1968). In quello
stesso anno, al Teatro "Carmelo Bene" di Roma, organizza una rappresentazione
del "Don Chisciotte" di Miguel de Cervantes, con lo stesso Carmelo Bene. Fra gli
interpreti, oltre ai due registi-attori, si distinguono Lydia Mancinelli e Perla
Peragallo. Con quest'ultima Leo de Berardinis fonder� a Napoli il "Teatro di
Marigliano", un'esperienza che chiuder� nel 1981.
Tornato a Roma, inizia una serie di lavori che segneranno il suo passaggio dal
"teatro del non-finito" al "teatro dell' improvvisazione". Nel 1983 si
trasferisce a Bologna: nasce la ricerca che lo porter� alla sperimentazione di
messinscene come "Dante Alighieri- studi e variazioni" e "Il Ritorno, riflessi
da Omero- Joyce". Nel 1987 realizza "Novecento e Mille", un'opera basata su
originali studi del teatro di autori contemporanei, da Pasolini a Beckett, fino
a Pirandello. Fonda il "Teatro di Leo", che nel 1990 trova uno specifico spazio
scenico: Lo spazio della memoria. In questo ambito nascono vari laboratori di
ricerca, come quello sulla "scrittura scenica", in collaborazione con
l'Universit� di Bologna. Nel 1991 Leo riceve il "Premio Eduardo" e il "Premio
Giuseppe Fava" e nel 1992 il premio Ubu speciale, "per la coerenza e la
necessit� del suo teatro". La stampa nazionale segnala l'importanza dei
laboratori condotti al teatro "Valle" di Roma e a Bologna, in cui de Berardinis
spiega le arti e le tecniche che interagiscono con l'attore sulla scena (la
luce, la musica, l'uso del microfono). A Bologna, nello spazio del Teatro
Laboratorio San Leonardo, de Berardinis presenta nel 2000 "Past Eve and Adam's".
E' un'iniziativa del progetto per un Teatro Nazionale di Ricerca che lo vede
impegnato nella definizione di un Teatro (la "t" maiuscola � sua) fondato sulla
forza del linguaggio teatrale, poesia diretta, senza filtri o falsificazioni. Un
teatro "che formi un pubblico nuovo con eventi teatrali nuovi e sinceri, con
artisti che si rivolgano alla collettivit�, all'assemblea che si riunisce in
sala, per capire insieme qualche cosa, anche se piccola, e non per fare carriera
o avere un facile consenso".
Un
percorso, quello di Leo de Berardinis, che sa mettere insieme forti
individualit� artistiche, luoghi e condizioni organizzative, cos� da offrire
allo spettatore opere degne di un teatro pubblico. Un progetto ambizioso e
affascinante, un percorso artistico innovativo sostenuto, di stagione in
stagione, da una creativit� sempre pi� fertile.
Ma il nuovo linguaggio teatrale, il vero teatro popolare di Leo nasce da una
solida preparazione culturale: basta con i pseudo-attori, che utilizzano
soltanto il tecnicismo. Basta con gli sprovveduti che pensano di poter rinnovare
l'arte scenica senza possedere alcuna cultura teatrale o scimmiottando i Maestri
del Novecento, senza aver fatto mai un'analisi disinteressata e spregiudicata
del ventesimo secolo: "Il Novecento � stato un grande Maestro, nel bene e nel
male; non tradiamolo dimenticandolo o facendone una nuova, triste convenzione".
Il vero teatro popolare non pu� prescindere dal possesso di un sapere antico,
che eleva la forza e l'emozione poetica: "Popolare � il Teatro greco. Popolari
sono Shakespeare e Mozart. Il pubblico deve ritrovarvi la bellezza, averne
nostalgia quando ne esce, e cos� rivendicarla nella vita, nella societ�. Certo
occorrono maestri, grandi maestri" conclude Leo.
Lui
lo �. Il 4 maggio 2001, in occasione delle Celebrazioni del Trentennale DAMS, la
Facolt� di Lettere dell'Universit� di Bologna riconosce i suoi grandi meriti
artistico-didattici. Gli conferisce la laurea honoris causa, con la seguente
motivazione: "Leo De Berardinis "uomo-teatro" radicatosi a Bologna da quasi
vent'anni essendo ormai internazionalmente riconosciuto: questo attore capace di
sapienti variazioni drammaturgiche, regista e scenografo dei suoi spettacoli
nonch� straordinario pedagogo, dopo avere agito con Carmelo Bene e alcuni altri
innovatori, cre� ancora giovanissimo una storica ditta con Perla Peregallo. Da
figura di riferimento della "scuola romana", rigenerando risorse povere, giunse
a spettacoli ricchi di debordante teatralit�. Da artista dei contrasti ha cos�
creato un distintivo immaginario poetico e di rottura, fino a rivelare gli
squilibri interiori dell'Italia che si pretendeva di riformare a parole.
Protagonista della "seconda avanguardia storica italiana", va premiato come
rappresentante di una generazione essenziale nel divenire recente del teatro
italiano".
Claudio
Mendolesi, storico del DAMS di Bologna, definisce Leo de Berardinis "maestro di
teatri fra loro lontani": "Nessun altro � giunto a fare di un'esperienza
incondizionata dell'arte, come la sua. Da creatore ubiquo lo abbiamo visto
coniugare con Shakespeare bellezze di Mozart, Joyce, Caravaggio, di Dante e
della Bibbia, lasciando uno spazio vitale a controcanti alla Tot�. Tanto che ha
potuto fare del contrasto e dell'incursione di vita un fattore di costitutiva
indipendenza dagli stessi suoi iniziatori alla scena, da Eduardo come da Carmelo
Bene, quarant'anni or sono. Non si � limitato a entrare nella vita con
l'esperienza del teatro: il suo esercizio della scena senza confini ha aiutato
molti a capirsi come uomini e come artisti".
Scrive ancora Mendolesi: "Nell'arduo combattimento vitale che sta ora
realizzando si � portati a pensarlo di tanto in tanto alleviato da reminiscenze
di Shakespeare e Tot�, quali artisti delle fragilit� irriducibili e della
capacit� di rimanifestare le apparizioni, a dispetto del reale supposto".
Si, perch� la vitalit� creativa di Leo de Berardinis � ferma dal 2002. In un
momento difficile, nel quale per l'artista non � ancora possibile riprendere un
qualunque rapporto con il suo lavoro, il Teatro italiano ha avviato
un'iniziativa finalizzata "a ricordare che l'avventura artistica di Leo � una
parte importante e un insostituibile movimento in atto del teatro vivente". Ben
60 teatri e vari attori e registi italiani hanno inserito "Una serata per Leo"
nel loro programma, per ricordare la figura dell� artista. Nell�attesa di un suo
pronto ritorno sulle scene.