SENSAZIONALE SCOPERTA NEL LAPIDARIO DEL MUSEO CIVICO DI FOGGIA
La riapertura delle
sezioni del Museo Civico di Foggia, arricchite di nuovi reperti,
offre ai visitatori l�opportunit� di conoscere aspetti
interessanti sulla storia della Daunia dalla Preistoria fino ai
nostri giorni.
La novit�
assoluta per il Museo � rappresentata dall�apertura del
Lapidario che arricchisce la cultura della citt� di nuove
testimonianze indispensabili per la conoscenza dei percorsi
storici.
Un�inedita e
quanto mai utile esposizione invita gli studiosi locali ed i
cultori della storia ad individuare tali reperti, ed a
collocarli nei relativi periodi storici restituendo loro una
propria identit� che diversamente non avrebbero.
E� questo il caso di
due splendidi esemplari. Il primo � rappresentato da un�epigrafe
esposta in una delle sale di questa nuova sezione del Museo,
rinvenuta sul verso di un Pluteo risalente al VI secolo d. C.
quest�ultimo quale elemento architettonico parte di una basilica
Paleocristiana. L�epigrafe commemora l�edificazione e la
relativa dotazione della chiesa della SS. Annunziata di Foggia
che, sorta come cappella dell�omonima Confraternita nel XV sec.,
nel 1665 fu concessa alle Clarisse che vivevano nell�attiguo
monastero. Fu poi demolita e fatta ricostruire nel 1690 per
merito di mons. Antonio de�Sangro, vescovo di Troia.
Tale elemento
marmoreo, studiato da Giuliana Massimo durante la catalogazione
dei reperti custoditi nei depositi del Museo, rappresenta una
sorta di unicum per la storia della citt�, non solo per
il recto ma anche per il verso dello stesso, in quest�ultimo
caso quale testimonianza della presenza dell�aristocrazia
napoletana in Capitanata e recita:
D[EO] O[PTIMO]
M[AXIMO]
TEMLU[M] HOC MONIALIU[M] S[ANCTAE] CLARAE D[ive o ivinae
(?)] ANNUNCIAT[AE] DICATUM ANT[ONIUS] CL[ERICUS] REG[ULARIS]
EP[ISCOP]US TROIANUS EX C[omitibus (?)]
MARSOR[UM] MARCHION[IB]US S[ANCTI]
LUCIDI D[OMI]NI D[e] SANGRO, ET ALVINAE EX DIIS PENATI[BUS]�
[Frangi]PANORU[M] FAMILIA DE TOLF[a] D[OMINI] [L]UTII FILIUS
PROPRIIS SU[M]PTIB[US] A FU[N]DAME[N]TIS EREX[it] [or]NAVIT
DOTAVIT AN[N]O SUI PRESULATUS XV IN[DITION]IS
Il secondo reperto
� rappresentato dal blasone adottato da mons. de�Sangro nei
primi anni del suo ministero. Si tratta di un rarissimo
esemplare in pietra, probabilmente proveniente dalla chiesa
Collegiata e collocato, forse, su una delle pareti della
stessa chiesa in occasione di alcuni interventi di restauro
fatti eseguire dal vescovo, ma se ne ignora l�anno preciso.
Tale esemplare,
miracolosamente recuperato, era depositato nel Museo tra i
reperti da catalogare. Anche dopo la sua catalogazione e
relativa sistemazione nel Lapidario era rimasto privo di
attribuzione fino quando � stato riconosciuto da chi scrive in
occasione di una recente visita presso la sezione lapidea.
Questo pezzo unico,
uno scudo Partito, riporta a destra i colori di casa di Sangro:
di oro a tre bande di azzurro ed a sinistra quelli della
famiglia Frangipane della Tolfa: di azzurro alla torre
d�argento.
La rarit� di questo
reperto � dovuta al fatto che il vescovo lo utilizz� quasi
certamente per un periodo limitato del suo ministero. Resta,
pertanto, un blasone ignoto ai pi�, in quanto sia nella
letteratura specialistica, (Cronotassi ecc.) sia nelle
testimonianze riscontrabili attraverso i manufatti nei vari
interventi di restauro fatti eseguire dal vescovo, specie
nell�ultimo periodo del suo ministero, presso la chiesa
Collegiata di Foggia e la Cattedrale di Troia, appare sempre la
seconda arme utilizzata da mons. de�Sangro, composta di uno
scudo a tutto campo con i soli colori di casa de�Sangro, cos�
come si pu� notare nei bassorilievi a stucco scolpiti ai lati
del Paliotto di tre dei cinque altari minori presenti nella
stessa chiesa dell�Annunziata, nonch� dal Portale della
Cattedrale di Troia.
L�attuale
difficolt� di poter accedere agli archivi Diocesano e Capitolare
di Troia, non ci ha dato la possibilit� di riscontrare con prove
tangibili quanto da noi fin qui asserito. A tale riguardo si �
pensato di estendere la ricerca anche all�archivio Storico della
Diocesi di Foggia, ma la stessa non ha finora prodotto frutti.
A questo punto ci sembra utile tratteggiare, brevemente, la
figura di questo personaggio.
Mons. de�Sangro
discendeva da un�illustre casata di stirpe Longobarda cui furono
assegnati possedimenti nei territori di Roccasecca, Rocca Tre
Monti, Rocca Cinquemiglia, Alfedena, Barrea e Castel di Sangro.
Per tale ragione i membri della famiglia furono decorati del
titolo di conti dei Marsi.
Antonio,
appartenuto alla linea dei baroni di Casignano e dei marchesi di
San Lucido, era il settimo figlio di Luzio, marchese di San
Lucido, ed Alivina Frangipane della Tolfa dei conti di Serino.
Nacque a Napoli nel
1629, seguendo le regole imposte dal Maggiorasco intraprese la
carriera ecclesiastica entrando nell�Ordine del Chierici
Regolari Teatini; divenne professore di Teologia Sacra e per le
sue virt� fu ordinato vescovo di Troia il 16 dicembre 1675 e fu
consacrato il 26 gennaio 1676. Il 19 luglio 1682 tenne un Sinodo
per regolare i costumi del clero e del popolo, nel 1693
partecip� al Sinodo Beneventano celebrato dall�Arcivescovo Mons.
Orsini con il quale collabor� per fissare le norme di disciplina
ecclesiastiche.
Mor� a Foggia il 24
gennaio 1694 ed ivi fu sepolto nella chiesa Collegiata.
Lucia
Lopriore |