L'abbazia medievale
L'accordo su K�lena � una �beffa di pietra�
di Raffaele Licinio
Dopo anni di civili
battaglie, che hanno visto in prima fila il Centro Studi �Giuseppe
Martella� e l'arcivescovo di Manfredonia monsignor Domenico
D'Ambrosio, dopo una lunga serie di interventi - dalle
petizioni firmate da migliaia di cittadini, sottoscritto
compreso, a convegni e dibattiti seguiti con attenzione
dalla grande stampa e persino dopo il ricorso a
incredibili querele e denunce varie, tra qualche giorno
verr� firmata una convenzione tra il sindaco di Peschici e
la famiglia proprietaria dell'abbazia di Santa Maria di
K�lena, con l'obiettivo di salvare dal degrado, iniziare a
restaurare e quindi offrire alla pubblica fruizione uno dei
beni storico-artistici pi� importanti dell'area garganica e
della Puglia intera, un complesso architettonico presso
Peschici che risale al secolo XI e che � da decenni in
rovina.
Sembrerebbe dunque
giunta felicemente a conclusione una vicenda che per anni ha
fortemente impegnato l'impegno e la coscienza civile di
tanti concittadini, di �gente comune� come di studiosi e
amministratori, docenti e giornalisti, laici e uomini di
Chiesa.
Cos� non �, purtroppo.
E l'�agonia di pietra�, come in tutt'Italia � conosciuto il
mortale degrado di K�lena, rischia di trasformarsi in una
sorta di �beffa di pietra�. Mi spiego. In sintesi, la
convenzione che si sta per firmare dopo lo stanziamento, da
parte del Ministero dei Beni Culturali, di 350.000 euro per
finanziare l'inizio dei lavori di salvaguardia del complesso,
prevede cito dalla stampa �l'accesso alla chiesa
nuova, dopo il restauro, nei giorni di sabato e domenica nei
mesi estivi, nonch� una volta alla settimana, su richiesta
del Comune, in altri periodi dell'anno. L'apertura sarebbe
anche concessa all'arcivescovo di Manfredonia-Vieste-San
Giovanni Rotondo, ma solo su specifica e particolare
richiesta, e sarebbe assicurata il 7 e 8 settembre in
occasione della ricorrenza della Madonna di K�lena. In tutto,
una fruizione limitata a 66 giorni all'anno, per 25 anni.
L'accesso pubblico avverrebbe direttamente dalla strada
attraverso un ingresso aperto ex novo ed a carico del Comune
sarebbero anche le spese di gestione: pulizia, corrente
elettrica, guide per i visitatori�.
Sono condizioni
accettabili? E soprattutto, sono condizioni eque? Il
concetto di equit� presuppone condizioni ed esiti di parit�
nei diritti e nei doveri reciproci. Ora, al di l� di tutta
una serie di obiezioni anche giuridiche che non � qui il
caso di esporre, proviamo a ragionare secondo logica, per
quanto elementare. In un �compromesso� equo, i soggetti che
lo stipulano possono concludere di aver posto sul piatto
della bilancia la rinuncia a qualcosa in cambio di un
vantaggio di pari rilevanza. La rinuncia di A equivale al
vantaggio di B, e la rinuncia di B equivale al vantaggio di
A. L'equivalenza, se tale � realmente, contiene anche un
paradosso: A e B possono scambiarsi i ruoli, i vantaggi e
gli svantaggi, il risultato di soddisfazione reciproca alla
fine non dovrebbe cambiare.
Ebbene, paradosso per
paradosso, avanzo una proposta. Fermo restando l'intervento
finanziario dello Stato (ma questo gi� dovrebbe essere
sufficiente a dimostrare quanto decisivo sia l'interesse e
l'intervento pubblico nella salvaguardia di K�lena),
rovesciamo i termini della convenzione che si sta per
stipulare. Il pubblico conceda al privato l'accesso al
complesso restaurato due giorni la settimana, sabato e
domenica esclusi, nei mesi estivi, nonch� un terzo giorno
settimanale, su esplicita richiesta al Comune, in altri
periodi dell'anno. L'apertura venga anche concessa all'
arcivescovo di Manfredonia tutti i santi giorni, e solo su
specifica e motivata richiesta venga concesso al privato,
per due giorni all'anno, di utilizzare �un luogo sacro per
fini profani�. E si disponga ancora che a carico del privato
siano le spese di gestione del complesso: pulizia, corrente
elettrica, e via dicendo. Il tutto, a valere per i prossimi
25 anni.
Obiezione facile: ma
cos� l'accordo � troppo squilibrato contro i proprietari di
K�lena! Certo: ma non � esattamente quello che la
convenzione riserva al pubblico? Una �beffa di pietra�,
appunto.
Concludo. La
convenzione che si sta per firmare � un pugno in faccia non
solo alla logica, ma anche all'impegno di chi ha ritenuto e
ritiene che gli interessi del privato, secondo leggi e
Costituzione, debbano cedere il passo al bene pubblico. �
anche un pugno in faccia all'arcivescovo D'Ambrosio, i cui
interventi sulla stampa, lo dico da non credente,
sottoscrivo interamente, specialmente quando lamenta
l'attuale utilizzo improprio e arbitrario di una struttura
che per secoli � stata punto di coagulo della religiosit�
dei fedeli. E dal momento che mesi fa, a sostegno della
battaglia per K�lena, l'arcivescovo ebbe il coraggio di
autodenunciarsi, ebbene, oggi mi autodenuncio anch'io:
quella convenzione � un'offesa ai diritti e all'intelligenza
dei cittadini.
L'intervento del
prof. Raffaele Licinio, ordinario di Storia medievale e
direttore del Centro studi normanno-svevi dell'Universit� di
Bari, � stato pubblicato sul Corriere del Mezzogiorno-
Corriere della sera del 10 giugno 2005.