IRIIP,
ovvero Deposito Cavalli Stalloni di Foggia: un pezzo di storia italiana da
difendere
di Lucia Lopriore
Prosegue con la raccolta di firme la battaglia condotta dal Comitato pro IRIIP
(Istituto Regionale Incremento Ippico) per rilanciare il Deposito cavalli
stalloni e per riattivare l�Ippodromo-galoppatoio di Foggia.
La Petizione popolare in corso gi� sottoscritta da migliaia e migliaia di
cittadini si rivolge alle istituzioni Regionali, Provinciali e Comunali affinch�
la struttura foggiana, che da sempre � stata vanto della Capitanata, non venga
definitivamente dismessa per essere destinata ad altri usi.
Ringrazio il Sig.Franco Cuttano per aver insistito con noi ricercatori di storia
nel visitare la struttura ed � cos� che io e i miei amici Maria Teresa Rauzino e
Silverio Silvestri ci siamo ritrovati proiettati in un�altra dimensione� non
sembrava nemmeno di essere a Foggia � Quel pomeriggio primaverile ha risvegliato
i ricordi della nostra infanzia, quando l�aria ed i profumi inebriavano le
strade paesane ed si vedevano passare i traini tirati dai muli o dai cavalli
condotti da braccianti e contadini che rincasavano dopo una faticosa giornata di
lavoro nei campi.
L�attuale direttore � il dott. Roberto Benvenuto, che ringrazio per averci
accolto presso la sede IRIIP.
Al dottor Benvenuto, rivolgiamo un particolare ringraziamento per averci
consentito di visionare il cospicuo Archivio Storico dell�Istituto, che
rappresenta un fulgido esempio di un passato prossimo ancora denso di emozioni e
ricco di sorprese.
La storia dell�IRIIP raccontata dallo stesso Dirigente nella prefazione del
volume dal titolo �Cavallo delle Murge e Asino di Martina Franca� pubblicato nel
2003, evidenzia l�importanza della struttura foggiana che egli descrive,
lasciando trasparire la propria emozione, nel seguente modo:
�[�] Gi� il primo Presidente del Deposito dei �Cavalli Stalloni� di Foggia, il
sen. Avv. Gustavo Nannarone aveva guardato con lungimiranza alla migliore
riuscita dell�impianto destinandolo alla riproduzione dei cavalli di razza, che
avrebbero reso celebre l�Istituto in tutto il mondo.
Se guardiamo un po� indietro fino al 1861, anno in cui risale l�istituzione nel
Meridione d�Italia dei �Depositi dei cavalli stalloni�, ci rendiamo conto che
l�Istituto foggiano ha avuto un incremento notevole fino ai giorni nostri.
Percorrendo un po� la storia dell�Istituto foggiano ci rendiamo conto che gi�
nel 1861, furono creati nove depositi stalloni, ridotti a sei nel 1867 ed il
Distaccamento di Foggia venne incorporato nel Nuovo Deposito di Santa Maria
Capua Vetere. Solo nel 1886 il Ministro Grimaldi fece promessa di ripristinare
il Deposito di Foggia, ma per la forte spesa occorrente per le installazioni la
cosa non ebbe buon esito.
Il Decreto luogotenenziale del 28 novembre 1915 ripristin� il Deposito di Foggia
e, con la costituzione del Consorzio tra le province interessate, il Comune nel
1919 fece approntare il progetto donando al nuovo Ente il gran parco di Pila e
Croce.
Con le Delibere del Consiglio comunale del 13-23 giugno 1919, infatti, fu
approvato il progetto dei lavori per l�ammontare di L. 3.460.000 e fu
autorizzata la concessione gratuita del suolo occorrente. Il Ministero
dell�Agricoltura, Industria e Commercio assicur� un contributo straordinario di
L. 1.300.000 e da un mutuo di L. 1.160.000, di cui un quarto era a carico del
Comune di Foggia, che si riserv� la facolt� di avvalersi del campo di
esercitazione degli stalloni per le gare sportive.
Il 12 aprile del 1921 i rappresentanti degli Enti consorziati presero atto del
progetto ed autorizzarono il Comune ad appaltare i lavori che, in seguito
vennero affidati al Consorzio delle Cooperative baresi. I lavori iniziarono nel
1922 e proseguirono fino all�agosto del 1924, data in cui furono sospesi per
difficolt� finanziarie dell�impresa appaltatrice. La sospensione dei lavori dur�
fino ai primi mesi del 1927 e, per queste ragioni le opere subirono danni
gravissimi. Per effetto di tali inadempienze, l�Amministrazione Podestarile
guidata dall�avv. Alberto Perrone, insediatasi nel gennaio 1927, promosse una
riunione con i rappresentanti del Consorzio del Deposito Stalloni e del
Ministero dell�Economia Nazionale, il 1� febbraio 1927, ed in quella tornata si
decise di rescindere il contratto di appalto con la citata impresa e di affidare
la prosecuzione dei lavori al Consorzio tra le Cooperative �Gaetano
Postiglione�.
Il progetto di costruzione dell�impianto fu affidato all�Arch. Accademico
d�Italia Marcello Piacentini, al quale venne dato anche il mandato di dirigere i
lavori; la struttura fu ultimata ed inaugurata il 28 ottobre 1931 e rappresent�
immediatamente il punto di riferimento di tutte le attivit� comprese quelle
sportive, legate al cavallo ed al suo indotto occupazionale, con enormi ricadute
positive per l�intera economia prevalentemente agricola, sia dal Meridione che
dalla Capitanata, contribuendone in questo modo anche alla differenziazione
degli investimenti in essa previsti.
In seguito il Consorzio Depositi Cavalli Stalloni fu affidato alla gestione
degli �Istituti di incremento ippico�, e con decreto del Presidente della
Repubblica del 24 luglio 1977 n. 616, furono trasferiti alle Regioni i beni ed
il personale degli istituti di incremento ippico, con attribuzione ad esse delle
relative entrate statali. Da allora successivi emendamenti legislativi hanno
portato l�Istituto alle condizioni in cui si trova oggi.
L�attuale struttura ha competenza in materia di ippicoltura nonch� di tutela
e salvaguardia della diversit� animale, riferita in particolar modo all�asino di
Martina Franca ed al cavallo murgese, iscritti entrambi nel libro genealogico
delle razze equine autoctone a rischio di estinzione.
Presso l�IRIIP vi sono circa 50 stalloni della razza Cavallina delle Murge e
20 stalloni della razza Asinina di Martina Franca pi� altri 20 stalloni di varie
razze. Nella Regione Puglia gli allevamenti che aderiscono al Registro
Anagrafico, regolato da proprio disciplinare, sono circa 300, con una
consistenza di circa 1.800 fattrici. Tali allevamenti si estendono in prevalenza
nel territorio della Murgia sud orientale verso le province di Bari, Brindisi,
Taranto e soprattutto in agro di Martina Franca, Mottola, Noci, Alberobello,
Cisternino, e nel Parco del Gargano in agro di Foggia e comuni limitrofi anche
in quelli compresi nell�arco appenninico meridionale e della Capitanata.
E� evidente che per tali ragioni la scelta di destinare Foggia quale sede del
Deposito Cavalli Stalloni operata sia dal Governo monarchico sia dal Regime
fascista nonch� dallo Stato Italiano e dal legislatore regionale non � stato
casuale.
Si sa che l�allevamento degli equini � presente sin dai tempi antichi e gi� dal
periodo Neolitico: la zona est della sede di Via Caggese a Foggia, � infatti
attraversata da un insediamento neolitico gi� tutelato ai sensi delle vigenti
leggi dello Stato e dalla Soprintendenza Archeologica, cos� come gli stessi
immobili che hanno di gran lunga oltrepassato il 50� anno dall�edificazione. E�
attualmente in programma una campagna di scavo in detta zona.
In Capitanata era anche diffusa la razza autoctona �Pugliese� presumibilmente
estinta nel 1980 che agli inizi del �900 contava 90mila capi; questa razza fu
utilizzata ampiamente dall�esercito italiano durante il 1� ed il 2� conflitto
mondiale.
Infine, a quanto sopra detto bisogna aggiungere che la citt� di Foggia, negli
ultimi novant�anni, ha costituito il polo di riferimento degli allevamenti
italiani che trova il suo arch� nella fiera di Foggia trasformata pi� tardi in
Fiera dell�Agricoltura, attorno alla quale si sviluppa una rilevante economia
legata anche al settore dell�ippicoltura nazionale che fino a pochi anni fa
contribuiva a rendere crescente il settore socioeconomico ed occupazionale della
nostra terra.[�]�
Le funzioni istituzionali dell�IRIIP sono anche tante altre, tra le tante: la
promozione di tutto ci� che riguarda l�equitazione come ad esempio: corsi
formativi di mascalcia, di istruttori, di sport ippici, di scuola di
equitazione, di fecondazione, di ippoterapia, etc..Non si capisce perch� -
conclude il dr.Roberto Benvenuto - queste altre funzioni istituzionali non siano
mai state sviluppate ed attivate. Cos� come rimane un mistero la disattivazione
dell�ippodromo-galoppatoio di Foggia (ben altra cosa rispetto
all�ippodromo-trotto di Castelluccio dei Sauri). Era un fiore all�occhiello
della Capitanata molto seguito e popolato. Era uno dei pochissimi esistenti nel
sud mentre nel centro-nord sono moltissimi e continuano a costruirli. Mi chiedo
perch� non si voglia far sviluppare questo settore di sicuro riscontro
occupazionale�.
Parafrasando il detto di un noto conduttore televisivo che diceva: �La domanda
sorge spontanea�, ci chiediamo perch� distruggere quello che � stato cos�
faticosamente creato e perch� far cadere nel dimenticatoio la cultura delle
tradizioni agresti: non sempre ci� che si crede sia il �progresso� � sinonimo di
tale accezione.
L�Universit� degli Studi di Foggia che occupa gi� parte dell�impianto, vuole
destinare la struttura alla creazione di nuove aule per la facolt� di Economia�
ma non sarebbe meglio lasciare che l�Istituto IRIIP proseguisse il suo lavoro
magari facendo sorgere la facolt� di veterinaria con specializzazione in
Ippologia, di cui la citt� � sprovvista? In tutt� Italia c�� solo a Parma.
Quale sinergia migliore per dare un�accelerazione al settore e valore aggiunto
per entrambe le due Istituzioni: Iriip e Ippoterapia? La Facolt� di Economia
potrebbe trovare certamente una pi� idonea e dignitosa sede che non derivi dalla
ristrutturazione delle �storiche� stalle.
A noi sembra piuttosto evidente che finora i tentativi di eliminare uno spaccato
di storia e di archeologia industriale siano il frutto di una mancata volont� di
riconoscere l�importanza del Deposito Cavalli Stalloni, oggi IRIIP, quale
veicolo culturale per nuovi sbocchi occupazionali.
Ai lettori chiediamo di aderire
all�iniziativa del comitato pro IRIIP apponendo la propria firma alla petizione
popolare sul sito
http://www.foggiaweb.it/cavallistalloni/petizioneelettera.doc.
Impediamo che si compia un ennesimo �scempio�della nostra preziosa storia!
Articolo
pubblicato da Garganopress
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