TUTTE LE DONNE DI EDUARDO
In un libro di Barbara de Miro d'Ajeta l'universo
femminile del teatro di De Filippo
recensione di Teresa Maria Rauzino
Eduardo De Filippo � un autore
che non ha bisogno di essere presentato. Le sue commedie, grazie anche alle
riprese televisive e ai film, sono note anche a chi non ha avuto la fortuna di
assistere agli spettacoli dal vivo. Ma proprio perch� Eduardo � troppo noto per
il suo carisma di attore, non sempre ha avuto, da parte dei critici letterari,
il giusto riconoscimento come grande autore del teatro mondiale. Fondamentale,
per la valutazione critica, � la recente attenzione di Anna Barsotti, che ha
aperto 'nuove strade' per la conoscenza del teatro di Eduardo.
Tra gli studiosi che si stanno cimentando nel lavoro di analisi testuale delle
opere, spicca Barbara de Miro d'Ajeta. Nel libro 'La figura della donna nel
teatro di Eduardo de Filippo', sonda ed approfondisce un tema inedito e
intrigante: l'universo femminile, protagonista dell'opera del grande erede di
Scarpetta e del teatro 'popolare' partenopeo.
La de Miro d'Ajeta focalizza
l'attenzione del lettore sull'evoluzione che porta Eduardo prima ad osservare, e
poi ad evidenziare nei suoi personaggi, le nuove dinamiche psicologiche, che
muovono l'agire e l'essere delle donne nel mondo contemporaneo. Eduardo, nelle
opere d'esordio, aveva assunto un punto di vista maschilista, rispecchiando, in
un certo senso, quello che era il sentire comune nel Ventennio fascista: la
donna era 'fissata' nello spazio limitante delle quattro mura domestiche, nel
suo ruolo di sposa e madre esemplare, angelo del focolare, cui erano preclusi
'altri varchi', altre uscite nel mondo.
Nel secondo dopoguerra, de Filippo, attento sensore delle dinamiche in atto,
registra i cambiamenti della societ� italiana: le sue donne diventano le
protagoniste di una microstoria che non � solo personale, ma testimone del
tempo. Concetta Cupiello, Amalia Jovine e Filumena Marturano, per citare le pi�
note 'eroine' di Eduardo, incarnano una figura di donna consapevole del proprio
ruolo nel mondo. Sono donne forti, che 'appaiono deboli' agli occhi del partner
soltanto perch�, a differenza del maschio, si mettono continuamente in gioco:
non vogliono rinunciare a quei turbamenti, a quelle incertezze, alle
sensibilit�, a tutte quelle peculiarit� che marcano la loro profonda differenza.
Donne mature che sanno rinunciare, se necessario per l'equilibrio del loro
microcosmo familiare, oltre che all'amore, all'assunzione di un 'punto di vista'
meramente femminista, al loro pieno potere.
Le donne di Eduardo sono
tantissime, tutte diverse tra loro, la De Miro d'Ajeta le analizza nel vivo
delle azioni sceniche. La casistica psicologica � oltremodo variegata: molte
sono ribelli alle grette convenzioni piccolo borghesi, reagiscono anche
violentemente per affermare il proprio punto di vista contro il mondo
circostante. Queste donne talvolta anticipano idee ancora oggi non ancora
pienamente interiorizzate dai pi�. Rivendicano pari dignit�, infrangendo una
consolidata ottica maschilista, per affermare ad esempio che il tradimento della
moglie non � affatto pi� immorale di quello del marito. Rivendicano la libert�
di agire autonomamente, di avere un proprio spazio sociale ed un posto di
lavoro.
C'� un altro anticipo rispetto ai tempi: la rivendicazione dei diritti umani
delle prostitute, un tema che diverr� eclatante in Filumena Maturano, con un
concetto 'moderno' non ancora accettato dalla societ� contemporanea: la
compartecipazione dei clienti nella responsabilit� morale della prostituzione.
Un'azione che invece, in passato come oggi, � pesata e pesa soltanto sulle
spalle delle donne.
NATALE IN CASA CUPIELLO - I mariti inetti
Tutti ricordiamo la personalit� di Concetta che in 'Natale in casa Cupiello'
assume un ruolo prevaricante sul protagonista maschile. Luca � un sognatore, un
eterno fanciullo alle prese con il suo presepe mentre il mondo gli sta crollando
addosso, degno rappresentante di quell'uomo inetto tipico di tanta letteratura
dell'Ottocento e del Novecento. Solo di fronte alle difficolt�, si sveglier� dal
letargo per riprendere il ruolo da troppo tempo demandato alla responsabilit�
della sua donna che, proprio perch� ha agito, ha sbagliato, ma ha anche avuto
l'umilt� di riconoscere i propri errori. La donna porta s� 'o cazone' (i
pantaloni), ma il suo � stato quasi un ruolo obbligato, assunto per supplire
alla plateale irresponsabilit� del suo partner.
In fondo, Concetta � ancora radicata al regime patriarcale: � buona
amministratrice dell'economia domestica, si sacrifica per la famiglia, �
depositaria della privacy dei suoi figli che le confidano i loro segreti e le
loro aspirazioni, e sapr� uscire dal suo ruolo egemonico appena il marito,
finalmente conscio dei suoi doveri familiari, gliene dar� la possibilit�. Dopo
che sar� passata 'a 'nuttata', Concetta rientrer� in un ruolo compartecipato:
Luca abbandoner� la virtualit� del presepe per rientrare nel vivo della sua
famiglia reale, fino ad allora rimossa.
NAPOLI MILIONARIA! - Le donne della guerra
A
Napoli la guerra � finita da appena sei mesi, ma i tedeschi non hanno ancora
lasciato l'Italia. Quasi tutte le sale sono requisite. Eduardo ottiene il teatro
lirico per una sola rappresentazione a beneficio dei bambini poveri della citt�.
Il 25 marzo 1945, alle ore sedici e trenta, in un silenzio teso, si alza il
maestoso sipario del San Carlo per la rappresentazione di Napoli milionaria!
Amalia Jovine, protagonista della commedia, esce dall'ambito della casa-presepe,
che aveva limitato l'orizzonte del Natale in casa Cupiello: la storia della sua
famiglia diventa drammatico emblema, e spaccato, di una societ� postbellica che
sembra aver smarrito i suoi punti di riferimento ideali. � una storia che apre
una finestra sulla vita 'spericolata' dei bassi napoletani, come di tutti i
bassi delle citt� appena uscite da una guerra 'totale' lunga e alienante.
L'avidit� di Amalia, la sua spietatezza sono elementi del tutto nuovi nella
tipologia femminile cui ci aveva abituato il teatro di Eduardo.
L'evento della guerra ha rivoluzionato il costume, i connotati delle figure
femminili sono cambiati profondamente. Eduardo registra fedelmente ci� che �
accaduto: la profonda crisi della cellula familiare, scossa nelle fondamenta, �
aderente alla realt� storica. Anche le altre donne di Napoli milionaria!,
insieme ad Amalia, raccontano modi di vivere e di pensare di una societ� che non
� soltanto partenopea: in tempo di guerra hanno dovuto affrontare, per vari
motivi, emergenze economiche per loro inusuali. Lo hanno fatto consapevolmente,
prendendo in carico i rischi e le responsabilit� di devianze dalla morale del
tempo.
Il sogno delle ragazze che hanno ceduto alle avances dei soldati anglo-americani
era di accedere ad un mondo diverso, affrancandosi dalla povert� dell'Italia.
Sognavano che i seduttori le sposassero e le portassero con s� in America. Sogno
americano, spesso infranto dal cinismo dei soldati che, dopo lo sbarco in
Italia, si comportarono con le donne italiane come si comportano, nei territori
occupati, i soldati di tutti i tempi in ogni luogo del mondo: alla seduzione
seguiva l'abbandono.
FILUMENA MARTURANO - I diritti delle prostitute
Nella pi� lunga, meticolosa e
bella didascalia mai scritta da Eduardo, Filumena Maturano, la pi� celebre e
consapevole eroina del suo teatro, appare in scena mentre le ultime luci del
giorno dileguano. � in piedi sulla soglia della camera da letto, le braccia
conserte in atto di sfida; in camicia da notte, piedi nudi nelle pantofole
scendiletto, capelli in disordine, con qualche filo grigio che denuncia tutti i
suoi quarantotto anni e un atteggiamento da belva ferita, pronta a spiccare il
salto sull'avversario.
Lo spazio scenico riservato a questa donna, valutata stizzosamente da Domenico
Soriano soltanto 'tre sorde (tre soldi)', assurge ad emblema del nuovo spazio
riservato alla donna nel mondo contemporaneo.
In un mondo di donne-oggetto, Filumena si pone come soggetto volitivo, e
soprattutto pensante. � in questo la vera portata rivoluzionaria del
personaggio. Singolare � il fatto che questa ex prostituta avanzi dei diritti
come il rifiuto di abortire i figli della colpa, la volont� di crescerli e di
presentarli a testa alta nella societ�. Diritti fino allora negletti non solo
alla sua marchiata categoria sociale, ma alla donna in genere. Il dramma della
Maturano culmina in un celebre monologo, quello della 'Madonna d' 'e rrose', che
Titina de Filippo ebbe l'onore di recitare davanti a papa Pio XII, in un'udienza
speciale. In esso Filumena narra di quando, incinta del primo figlio, e incerta
se abortire, affront� a tu per tu l'immagine di una Madonna posta su un altarino
eretto nel bordello, come in tanti vicoli di Napoli, e le parve di sentirsi
rispondere: ''E figlie so' figlie!' Questo leit-motiv accompagner� le decisioni
pi� importanti della sua vita, l'incoragger� a non abortire, a rifiutarsi di
svelare a Domenico Soriano quale dei tre giovani sia effettivamente suo figlio.
� interessante sapere che Filumena Marturano nacque da una precisa
rivendicazione di Titina de Filippo, conscia del nuovo ruolo delle donne in un
teatro non pi� maschilista: stanca di fare da spalla al pi� celebre fratello,
reclam� un ruolo da protagonista. Chiese ad Eduardo di delineare un personaggio
apposta per lei, cos� come faceva solitamente quando si ritagliava dei perfetti
ruoli maschili per le sue 'prove' di prim'attore.
L'interpretazione di questo personaggio segn� il trionfo non solo per Titina, ma
per tutte le grandi attrici che si sono cimentate, nel corso degli anni, nel
difficile ruolo, sia in teatro che al cinema. Chi non ricorda in Matrimonio
all'italiana la esaltante prova d'attrice di Sofia Loren primeggiante su uno
slavato Marcello Mastroianni, schiacciato nel ruolo di Domenico Soriano?
L'AUTRICE - La passione dei de Miro d'Ajeta
Barbara de Miro d'Ajeta, foggiana, � una docente di storia del teatro e dello
spettacolo presso l'Universit� 'l'Orientale' di Napoli. Autrice di sillogi
poetiche � alla seconda pubblicazione sul teatro eduardiano. Fondamentale il suo
primo libro: 'Eduardo De Filippo. Nu teatro antico, sempre apierto' (Edizioni
Scientifiche Italiane, pp. 430, ill. 1993). Il suo amore per il teatro di
Eduardo non � cattedratico, ma vivo e sentito. Nasce da un recupero memoriale,
risalente al tempo in cui il padre Vittorio, di origini partenopee, professore e
preside del Liceo Lanza nonch� sindaco di Foggia, recitava a memoria le pi�
belle pi�ce di Eduardo. La famiglia de Miro d'Ajeta al completo assisteva
'incantata' alla declamazione dei 'pezzi forti' del suo repertorio.
BARBARA DE MIRO D'AJETA: 'La figura della donna nel teatro di Eduardo de
Filippo', Liguori, 1993, pp.112, � 11,50.
�2003 Teresa Maria Rauzino
la recensione � stata pubblicata su La Grande Provincia il 6-11-2003
e il 7-11-2003 su
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